In tanti hanno espresso cordoglio, unendosi al dolore della famiglia e dei tanti amici, per la scomparsa di Laura Salafia. Già da ieri i mezzi d’informazione, chi con rispettosa sobrietà e chi con violenta ricerca della notizia, hanno raccontato della morte di questa ragazza.

Però Laura Salafia non è semplicemente morta, lei è stata uccisa il primo luglio del 2010, quando venne colpita gravemente da un proiettile sparato in piazza Dante mentre usciva dall’Università.

Una fatalità, una sfortuna incredibile. Poteva succedere in qualsiasi città del mondo ma è successo a Catania. Così come a Catania tutti i giorni di sera bisogna affidarsi a Dio per non subire il furto dei fari dell’auto o essere presi a botte da qualche scalmanato.

I critici parlano di Satania, i politici promettono di risolvere i problemi della città. Ma questa storia ha più di cento anni!

«Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi […] Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra» (Giuseppe Tomasi di Lampedusa, tratto da “Il Gattopardo”)